A Palazzo Ducale nelle sale della Loggia degli Abati a Genova è in corso sino al 7 aprile la mostra Il miramondo. Fosco Maraini sessanta anni di fotografia. Centosettanta le immagini di questa antologica, «nata a Firenze per iniziativa del Gabinetto Vieusseux, curata da Fosco Maraini con la collaborazione di Cosimo Chiarelli» (Dalla brochure illustrativa della mostra) e divisa in cinque tematiche -Paradossi, sorprese, allegrie; Luoghi, climi, orizzonti; Volti, gesti, profili; Strade, incontri, occasioni; Fedi, riti, speranze- e in una sezione specifica, Firenze-Kyoto, città parallele. È a Genova grazie alla Fondazione Lanfranco Colombo e al prezioso contributo di Orietta Bay, fotografa lei stessa e vicepresidente dell’Associazione di promozione sociale e culturale Carpe diem di Sestri Levante. «Celebre orientalista e antropologo, grande viaggiatore, scrittore, alpinista, fotografo, Fosco Maraini, nato a Firenze nel 1912, scoprì il fascino della fotografia giovanissimo esponendo a soli 18 anni alla Mostra Nazionale di Fotografia Futurista di Roma» (Ibidem). L’osservatore non può non cogliere una trasversalità, la traccia di un filo rosso che corre lungo tutte le tematiche, nell’esposizione della Loggia degli Abati. Sorprende questa sorta di identità nelle differenze in cui ogni sguardo ritorna, pur se il tempo è diverso e il luogo un altro. Sembra che l’occhio del fotografo riesca a vedere oltre il disordine della realtà e la fugacità del tempo. Le sue immagini restituiscono un ordine essenziale e un tempo insperato e familiare al futuro osservatore, che noi incarniamo passeggiando per le sale. Maraini chiamava questa speciale temporalità empresente.
«Mi rispose –scrive Lanfranco Colombo sull’amico Maraini- con semplicità che quello che lo guidava erano tre punti essenziali, che forse altri gli potevano sfuggire ma lui riteneva che una fotografia doveva essere per primo spontanea, naturale, immediata, carpita all’empresente, poi unitaria, essenziale senza cianfrusaglie, ed infine graficamente significativa. L’empresente è un presente diverso da tutti quelli teorici e grammaticali, è il presente nel quale noi due stiamo parlando (e sarà il presente in cui tu leggerai queste righe), è il presente in cui si respira, si agisce, si vive, il presente immediatamente a ridosso dell’invisibile e silenzioso muro del futuro, al di là del quale non ci è dato vedere» («Fosco Maraini, per me Kamui-Kami», in Dren-giong. Il primo libro di Fosco Maraini e i ricordi dei suoi amici, Corbaccio, Milano 2012, p. 387).
Si avverte così come il racconto di sala in sala emerga sempre più ricco. L’universo, che il viaggiatore Maraini ci presenta, si fa immaginifico, pur provenendo dall’umana realtà. Il suo obbiettivo infatti rende bella e poetica persino la miseria, mentre esalta l’essenzialità della povertà. Pare di scorgere una simmetria estetica nelle diverse temporalità o una geometria inaspettata tra spazi lontani. Musicali anche le didascalie, che permettono di apprezzare il Maraini scrittore. E così la Fedeltà patetica passeggia per Napoli (1952) e dieci anni dopo a Hong Kong (1962); e l’Aratura dell’infinito ritorna e nella Campagna di Gela (Sicilia, 1952) e Lungo la carovaniera India-Lhasa (Tibet, 1937). Gli sguardi, i gesti e la povertà sono un ritornello che non conosce frontiere: il barone napoletano (1952) e quello tibetano (1948); i bambini lucani, giapponesi e tibetani (La mia casa è una grotta, Pasto serale in casa-grotta, Arriva il Bodhisattva vivente, Classe di disegno all’aperto); Il ghigno della razza ferita (1951) e le Bottiglie cotte dalla bomba atomica (1954). Nelle fotografie di Maraini il mondo diventa La casa e l’abitatore è L’uomo con le sue forme, i suoi modi, i suoi gesti, i suoi riti e le sue atrocità, con le sue città edificate. L’universale è di scena, declinato attraverso l’uguale che emerge tra le differenze. E così una città come Firenze scopre il suo doppio in Kyoto. «A prima vista predominano le somiglianze: onde curatissime di nobile verde. Ma il giardino kyotense, appartenente a una città squisitamente naturocentrica, è del tutto irregolare; inoltre come ornamenti ammette soltanto una minuscola pagoda di pietra. Nel corrispondente giardino di Firenze, città vigorosamente antropocentrica, dal verde spunta l’immagine d’un putto; i fiori inoltre sono rigorosamente disciplinati in un vaso – fermo dominio dell’uomo sulla natura» (Dall’introduzione di Fosco Maraini alla sezione “Firenze-Kyoto, città parallele”). Si comprende dunque come la naturale scoperta di affinità, corrispondenze, somiglianze tra universi lontani conduca da un’iniziale sorpresa a una riflessione sui dettagli e attraverso quest’ultima all’emersione di una realtà nascosta o semplicemente trascurata.
Mostra da non perdere.
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Il miramondo. Fosco Maraini sessanta anni di fotografia
In collaborazione con
Orietta Bay e Lanfranco Colombo
A cura di Fosco Maraini e Cosimo Chiarelli
Loggia degli Abati
Palazzo Ducale
Dal 23 febbraio al 7 aprile
Per info su orari e costo ingresso: Palazzo Ducale
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Didascalie immagine in ordine di apparizione:
In copertina: La principessa Pemà a 4000 metri nei pressi del passo Natu, tra Sikkim e Tibet, 1948 / Princess Pemà at 4000 metres near the Natu Pass between Sikkim and Tibet, 1948 (© Fosco Maraini. Proprietà Gabinetto Vieusseux © Alinari24ore)
In galleria:
1) Lungo la carovaniera India-Lhasa, Tibet, 1937 / Along the India-Lhasa caravan road, Tibet, 1937
© Fosco Maraini. Proprietà Gabinetto Vieusseux © Alinari24ore
2) “Ah meraviglia!”, il grande camino nella Cima Grande di Lavaredo, Dolomiti, 1932/ “Ah, wonder!”, the great chimney on the main peak of Lavaredo, Dolomites, 1932
© Fosco Maraini. Proprietà Gabinetto Vieusseux © Alinari24ore
3) La passeggiata degli dei, Hindu-Kush, 1959 / The promenade of the gods, Hindu Kush, 1959
© Fosco Maraini. Proprietà Gabinetto Vieusseux © Alinari24ore
4) Kyoto frivola, 1954 / Frivolous Kyoto, 1954
© Fosco Maraini. Proprietà Gabinetto Vieusseux © Alinari24ore
5) La mia casa è una grotta, Sassi di Matera, Lucania, 1952 7 Living in a grotto, Sassi di Matera, Lucania, 1952
© Fosco Maraini. Proprietà Gabinetto Vieusseux © Alinari24ore
6) Mattino a Vibo Valentia, 1952 / Morning in Vibo Valentia, 1952
© Fosco Maraini. Proprietà Gabinetto Vieusseux © Alinari24ore
7) Risaie e ciminiere, Osaka, Giappone, 1963 / Rice paddies and chimneys, Oska, Japan, 1963
© Fosco Maraini. Proprietà Gabinetto Vieusseux © Alinari24ore
8) Passeggiata delle monachine, Tricarico, Lucania, 1952 / Nuns out walking, Tricarico, Lucania, 1952
© Fosco Maraini. Proprietà Gabinetto Vieusseux © Alinari24ore
9) Salvatore va a scuola, Aliano, Lucania, 1951 / Salvatore going to school, Aliano, Lucania, 1951
© Fosco Maraini. Proprietà Gabinetto Vieusseux © Alinari24ore
10) Rito ainu dell’orso (Iyomande), Nibutani, Hokkaido, Giappone, 1971 / Ainu ritual of the bear (Iyomande), Nibutani, Hokkaido, Japan, 1971
© Fosco Maraini. Proprietà Gabinetto Vieusseux © Alinari24ore
11) Giardino del tempio Saiho-ji, il rinomato “Giardino dei muschi”. Asimmetria assoluta, natura libera e maestra, immersione totale e mistica dell’uomo nel suo grembo. Garden on the temple of Saiho-ji, the celebrated “Garden of the Mosses” / Complete asymmetry, liberty of nature the mistress, total and mystical immersion of man into the heart of nature.
© Fosco Maraini. Proprietà Gabinetto Vieusseux © Alinari24ore
12) Giardino di villa Gamberaia. Geometria e simmetria, aiuole, vasi, acque in vasche e fontane, statue; dominio civilissimo ma fermo, patente, assoluto dell’uomo sulla natura. / Gardens of the Villa Gamberaia. Geometry and symmetry, flower-beds and pots, water in basins and fountains, statues; highly civilised but firm, clear and absolute dominion of man over nature.
© Fosco Maraini. Proprietà Gabinetto Vieusseux © Alinari24ore